In passato fu… trench coat, cappotto da trincea. Dietro al trench, elemento oggi di tendenza nella moda mondiale, si celano storie legate all’ambito militare e, in particolare, all’esercito britannico. Il capo, dapprima usato in maniera praticamente esclusiva nei conflitti armati, con il tempo verrà prima messo in commercio anche per i civili e in seguito, specie nel secondo dopoguerra, si trasformerà in un soprabito non solo riservato al mondo maschile, ma anche (e soprattutto) a quello femminile, con una vera e propria modifica di design che lo rende più accattivante e vestibile per le donne: scopri, nello store Live in Vintage, l’evoluzione del trench negli anni e, se vuoi, vieni a trovarci nel nostro punto vendita di Milano (zona Isola).

Le origini del trench

Già nella guerra di Crimea, nella seconda metà del XIX secolo, alcuni reparti della fanteria della Regina indossarono un cappotto molto simile a quello che oggi è un autentico cult della moda mondiale per proteggere i soldati con un tessuto impermeabile e resistente all’acqua. Sulla paternità del capo, poi utilizzato dallo stesso esercito anche nei conflitti successivi (soprattutto le due Guerre Mondiali) si cela ancora oggi un certo mistero, con tante aziende che ne reclamano la creazione. Possiamo dire, comunque, che una delle date più importanti nella storia del trench è il 1879, ossia l’anno in cui nel sud della Gran Bretagna, a una manciata di chilometri da Londra, Thomas Burberry brevetta il tessuto che diverrà iconico del capo.

La gabardina, inizialmente in cotone, filato a maglie molto strette così da non fare filtrare i liquidi, diviene in breve tempo uno degli elementi tipici e riconoscibili del trench, spesso associato al motivo a tartan, tipico della Scozia, che sarà negli anni una vera e propria icona dell’omonimo brand inglese.

 

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Come riconoscere un trench tradizionale?

Se. negli anni, alla gabardina si sono affiancati altri tessuti a fibre miste (o addirittura in lana o pelle), e allo stesso tempo al khaki, il classico color terra utile per mimetizzarsi, sono state associate numerose colorazioni, sono rimasti inalterati alcuni elementi distintivi del trench rispetto alle altre tipologie di impermeabili. In particolare:

  • La manica Raglan, che prende il nome dall’omonimo Lord inglese il quale, dopo aver perso un braccio in guerra, chiese che fosse inventato un cappotto che permettesse ampia capacità di movimento con l’altro per poter maneggiare la spada. La particolarità di questa manica è l’attaccatura al collo, con una cucitura che si estende alla scapola.
  • Le spalline, ossia le lingue di tessuto sulle quali le più alte cariche militari ponevano il proprio grado e le medaglie.
  • L’abbottonatura a doppio petto.
  • Cintura e passanti in vita, inizialmente utilizzati per agganciare accessori come la spada e la pistola e poi divenuto sinonimo di eleganza.
  • La lunghezza, poco sotto al ginocchio.

 

 

L’evoluzione del trench e i possibili abbinamenti

La moda, come dicevamo, ha modificato il trench rispetto alla tradizione, consentendo l’uso di lunghezze variabili ed elementi che ne mutano le caratteristiche per trasformare il capo in senso più elegante. Così, il taglio femminile ha visto entrare sul mercato, già a partire dagli anni ’60, alcune modifiche che, anche grazie al cinema (vedi Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, uno dei film che più ha influenzato le tendenze dell’epoca), hanno reso sempre più utilizzabile questa tipologia di impermeabile anche negli outfit quotidiani.

Per un perfetto look vintage, il trench può essere abbinato:

  • A pantaloni non ampi in grado di creare, grazie alle forme strette/aderenti, un contrasto tra la larghezza del trench.
  • A borse eleganti, della stessa epoca del trench
  • A scarpe basse, per replicare lo stile Hepburn anni ’60
  • A spille di tendenza, capaci di abbinarsi con lo stile del trench.

 

 

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